Angri: La Doria registra una crescita record del 322% nel primo trimestre del 2013
La Doria Spa di Angri registra una crescita record del 322% nel primo trimestre del 2013, una notizia che dimostra come anche il Sud, la Campania e la stessa Angri, possano essere vincenti e positivi. Sicuramente tantissimi angresi saranno orgogliosi di poter dire di avere in città una simile e apprezzata realtà industriale, tra questi anche coloro che da mesi sono costretti a vivere l'emergenza miasmi in via Nazionale e in tutte le zone limitrofe.
Ci auguriamo che presto lo stesso bellissimo risultato ottenuto dal'azienda angrese, che inorgoglisce Angri e tutti i suoi cittadini, possa essere raggiunto per la risoluzione delle problematiche legate all'emanazione della nauseabonda puzza che purtroppo continua da affliggere tantissime famiglie.
La notizia è stata pubblicata dal quotidiano economico Il Denaro, e la riportiamo qui di seguito:
"Il gruppo La Doria registra nel primo trimestre un utile netto in crescita del 322 per cento a 5,8 milioni di euro, rispetto a 1,8 milioni dei primi tre mesi del 2012. Il fatturato consolidato sale dell’11,8 per cento a 152,4 milioni. Per quel che riguarda l’evoluzione della gestione nel 2013, l’amministratore delegato Antonio Ferraioli prevede un ulteriore aumento dei ricavi e della redditività rispetto ai risultati conseguiti l’anno scorso, grazie da un lato all’atteso favorevole andamento dei volumi e dei prezzi di vendita e, dall’altro, alla sostanziale stabilità del prezzo di approvvigionamento di alcune materie prime alimentari, alla riduzione dei costi energetici e alla maggiore efficienza industriale connessa ai nuovi investimenti effettuati." (da il denaro.it)
Pomodori "made in Italy" cinesi
Al Tribunale di Nocera Inferiore è stato condannato in primo grado un noto Imprenditore locale delle Industrie Alimentari, l'accusa: importava i prodotti dalla Cina, aggiungeva negli stabilimenti acqua e sale e li rivendeva con l'etichetta di garanzia. Si attende ora la sentenza d'appello.
A parlare di questa inchiesta, in cui si nomina anche Angri, un famosissimo quotidiano inglese, il Guardian di Londra.