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Angri, la Certosa di San GiacomoAd Angri esiste un importantissimo bene storico, si tratta della "Certosa di San Giacomo". Questa Certosa è stata costruita tra il 1375-1381 da Giacomo Arcuccio, signore di Capri e gran Camerario del Regno Angioino. Arcuccio alla nascita del suo primo figlio, per ringraziamento, fece erigere, anno 1371, la certosa di "San Giacomo" in Capri, donandola ai certosini di Capri. Giacomo Arcuccio, possessore di un vastissimo feudo detto di Cancelleria e di Paludicella (territorio che comprendeva vasti terreni ricadenti oggi nei comuni di Angri, Sant'Antonio Abate, Santa Maria la Carità e Scafati) , fece eriggere, appunto, tra il 1375-1381, una nuova Certosa dedica,anche essa, all'Apostolo Giacomo in zona, allora denominata, Pizzauto (oggi territorio angrese su via pozzo dei Goti in prossimità dei confini con Sant'Antonio Abate).

Tutto il feudo fu poi, donato ai monaci Certosini di Capri e fu trasformata in una Grangia, ovvero  una fattoria , gestita dai monaci stessi, per lo sfruttamento dei terreni.

Con l'avvento napoleonico, 1806, fu promulgata una legge che aboliva alcune istituzioni cattoliche, tra cui, l'ordine dei certosini. La Certosa di "San Giacomo Apostolo" in Angri fu venduta prima al Caveliere Andrea Dini, che la utilizzò come magazzino, poi venduta ai pricipi di Cerenzia Giannuzzi Savelli, i quali, da ultimo, lottizzarono i beni e la stessa Certosa, cedendoli ai contadini del luogo, siamo intorno agli anni 1950.

Con il sisma degli anni'80, la sovrindenza ai beni culturali di Salerno decise di porre il vincolo storico sulla Certosa, ma nulla è stato fatto da allora. La Certosa di "San Giacomo Apostolo" in Angri versa in un totale stato di abbandono. Nessun ente, statale, comunale o religioso, si è impegnato alla salvaguardia della Certosa di "San Giacomo".

Oggi la Grangia si presenta in una veste complessivamente settecentesca presentando pesanti deturpazioni dovute all'incuria, alle guerre e al sisma del 1980. Completamente fatiscente, rappresenta un vero e proprio pericolo soprattutto nella parte posteriore, dove transitano molte persone, oltre a bambini, il pericolo di un crollo non è da trascurare in quanto, privata del tetto è soggetta ad infiltrazioni di acqua piovana.

Auguriamoci che queste parole possano essere ascoltate, e servire a fare qualcosa per un pezzo di storia angrese abbandonato e sconosciuto a molti.

(Foto di Pasquale Somma)

Pubblicato in Arte e Cultura

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