Curiosita' (576)
Riceviamo e pubblichiamo dall’associazione Noi con l’Italia.
"Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio ha chiesto al Comune di Angri di ricevere notizie dettagliate relativamente al rischio amianto ad Angri, in seguito all’interrogazione parlamentare dell’onorevole Cirielli, sulla scorta delle numerose denunce sociali effettuate dall’associazione Noi con l’Italia.
Questa notizia ci è stata prontamente comunicata, dagli organi provinciali, che ci hanno sempre dimostrato sensibilità e solidarietà, tant’è vero che se oggi abbiamo ottenuto l’attenzione del Ministero è grazie all’interesse dell’ex presidente della Provincia di Salerno, onorevole Edmondo Cirielli.
Finalmente qualcosa si muove in favore dell’accertamento del pericolo amianto ad Angri, e della tutela della salute pubblica di tutti i cittadini. Finalmente qualcuno ci prende sul serio! Ciò che ci amareggia, però, è che avremmo voluto che prima delle autorità sovracomunali, fosse stata l’amministrazione comunale –ovvero la prima istituzione al fianco dei cittadini- a farsi portavoce e garante della risoluzione del problema, invece di non prenderci in considerazione esclusivamente perché non siamo un’associazione vicina alle posizioni politiche della maggioranza.
In questi mesi siamo stati più volte accusati di essere semplici oppositori politici. Il sindaco invece di dare un segnale concreto alla comunità, firmando un’ordinanza –da noi più volte auspicata!- per predisporre il censimento obbligatorio di tutte le strutture in amianto presenti ad Angri, sia pubbliche che private, ha preferito impegnare le sue energie scrivendo un manifesto, fatto affiggere in tutte le strade della città, per comunicare che ad Angri non c’è pericolo da amianto, e che noi facevamo “allarmismo inutile”. In realtà la tutela dell’ambiente e della salute pubblica non ha colore politico: dalle nostre missive, da nostri comunicati stampa, dalle nostre istanze trapela squisitamente una richiesta all’amministrazione comunale di fare tutto il possibile per scongiurare il rischio amianto ad Angri, in primis il censimento obbligatorio delle strutture.
Tuttavia, per fortuna, non abbiamo mollato, e c’è stato qualcuno che ha accolto le nostre “scomode” istanze, ed ora c’è una speranza per la fine del rischio amianto sul nostro territorio. L’associazione Noi con l’Italia, pertanto, ringrazia l’onorevole Edmondo Cirielli per aver accolto le legittime preoccupazioni di tutto il territorio circa il rischio amianto ad Angri. Intanto continuiamo a sperare che anche l’amministrazione Mauri, e i consiglieri di maggioranza, inizino a collaborare per archiviare l’incubo, legato al rischio amianto per la salute pubblica, lasciando da parte tutti i pregiudizi politici nei nostri confronti."
Angri, 28/06/2013
Noi con l’Italia
Riceviamo e Pubblichiamo dai giovani di Avanguardia Angri una lettera rivolta all'Amministrazione angrese sulle condizioni del cimitero comunale ed in particolare sullo stato di alcune tombe danneggiate.
"Cari concittadini,
sono note a tutti le pessime condizioni in cui versa il cimitero comunale dopo l’abbattimento di oltre 300 cipressi dello scorso aprile.
Con l’arrivo dell’estate, la situazione di disagio è peggiorata.
L’inopportuna decisione dell’amministrazione Mauri di abbattere TUTTI gli alberi, che riuscivano a garantire un pò di frescura nelle calde giornate estive, costringe tante persone che si recano ogni giorno sulle tombe dei propri cari, a ripararsi dal sole con gli ombrelli.
44.431,20 euro. La cifra che i contribuenti angresi hanno dovuto pagare per gli interventi effettuati. Ma non è tutto, diverse tombe (non ci è possibile sapere il numero preciso) sono state danneggiate o completamente distrutte dalla caduta dei rami, durante le operazioni di abbattimento.
Ad oggi, l’amministrazione comunale non ha adottato nessun provvedimento a riguardo, calpestando la dignità di tanti nostri concittadini che invano continuano ad aspettare e dei loro cari.
Chiediamo, anzi PRETENDIAMO che l’amministrazione comunale si attivi il prima possibile per garantire la riparazione delle tombe danneggiate nel minor tempo possibile."
AVANGUARDIA ANGRI
Alphonse Gabriel Capone, meglio conosciuto come Al Capone o anche “Scarface” ( lo sfregiato ), il gangster americano più famoso del mondo oltre che il più potente (considerato un simbolo del gangsterismo americano e della crisi della legalità che gli Stati Uniti dovettero affrontare negli anni '20 e '30) era di origine italiane e precisamente di origini angresi.
Proprio così, un americano dal sangue angrese, così come era angrese il suo braccio destro Frank Nitti, nato ad Angri il 27 gennaio 1888 .
Per decenni giornalisti e biografi hanno raccontato di Al Capone come il figlio nato in America di un barbiere di Napoli, questo in quanto Napoli era sotto il controllo della camorra, e perché i barbieri, erano all’epoca, spesso costretti a pagare per la “protezione”, quindi scrivere di origini napoletane rendeva la figura di Al Capone più emblematica.
Invece attraverso le ricerche di autori americani è stato possibile ricostruire la vera storia di Al Capone.
La famiglia di Capone non era originaria di Napoli, ma della piccola città di Angri.
In alcuni documenti il cognome Capone compare anche come Caponi, presumibilmente per errori di trascrizioni delle anagrafe americana e italiana.
Il padre di Capone, Gabriele, nacque ad Angri ( e non a Castellammare come dicono alcuni) nel 1865, fu prima un artigiano della pasta e poi un litografo. Divenne barbiere solo dopo essersi trasferito negli Stati Uniti.
I nonni di Al Capone - Vincenzo e Marzia Calabrese - erano anche loro artigiani della pasta, ed avevano un negozio proprio ad Angri.
Gabriele (il padre di Al Capone) lasciò Angri per alcuni anni stabilendosi nella città di Castellammare di Stabia, ma all’età di venticinque anni tornò nella città doriana e si stabilì in una casa a Via Concilio.
Sempre ad Angri nella Chiesa di San Giovanni Battista nel maggio del 1891 sposò Teresina Raiola, figlia di un contadino e la più giovane di quattro ragazze.
Gabriele e Teresa vissero per lacuni anni in via Concilio e il 28 marzo del 1892, sempre ad Angri, diedero alla luce Vincenzo, il Fratello maggiore di Al Capone.
Prima di trasferirsi in America, cosa che avvenne tra il 1893 e il 1894, lasciarono nuovamente Angri trasferendosi a Castellammare di Stabia.
La famiglia Capone, composta dal padre Gabriele, dalla madre Teresa Raiola e dal piccolo Vincenzo, giunse a New York a bordo di una nave stracolma di emigranti, con qualche valigia e molte speranze. Dopo essersi trasferiti in Navy Street, loro prima dimora, il padre Gabriele acquistò un piccolo locale che, successivamente, utilizzò come salone per il suo lavoro di barbiere.
Il 17 Gennaio 1899, a Brooklyn, nasceva Alphonse Gabriel Capone. La nascita di Al fu seguita da Salvatore, John, Albert, Matthew, Rose e Mafalda.
Una famiglia numerosa ma che tirava avanti meglio di tante altre. Il desiderio del padre era che i figli seguissero la sua strada, in negozio, Al, però, complice il degrado sociale e la voglia di emergere, preferiva trascorrere le sue giornate a scorrazzare per il porto dove, vista la necessità di mantenersi, lavorava saltuariamente per la fratellanza, l'organizzazione che raccoglieva i lavoratori di origine napoletana.
Tra i suoi compagni di scuola vi fu Salvatore Lucania, meglio noto come Lucky Luciano.
Curiosità: Sapete chi fu il primo a far introdurre la scadenza sulle bottiglie del latte?
Incredibile ma vero, fu tutto merito di Al Capone. Si dice che il tutto venne causato dall'intossicazione di una sua nipotina causata da del latte scaduto, dopo questo episodio Al Capone "insistette" non poco per ottenere la data di scadenza sulle bottiglie di latte per la sicurezza dei bambini e delle donne in gravidanza.
All'epoca esistevano poche regolamentazioni sulla produzione di latte e Capone esercitando pressioni sul Consiglio comunale di Chicago ottenne una legge che avrebbe impedito ad altri bambini di ammalarsi.
(by letrescimmiette.info)
Sembrerebbe che in alcune zone di Angri continuino ad esserci abbondanti ritardi nella consegna della corrispondenza. Praticamente il postino non suona più alla porta di molti angresi.
Da mesi alcune strade e intere zone di Angri subiscono un grave disservizio non vedendo recapitrasi la posta ordinaria.
Nonostante le segnalazioni di tanti cittadini e l'interessamento anche delle amministrazioni locali la corrispondenza continua a non arrivare oppure ad arrivare a singhiozzo.
A causa di un recapito postale sempre più intermittente, alcuni cittadini sono costretti a recarsi a Scafati nel centro di raccolta della corrispondenza con la speranza di poter ritirare personalmente lettere e giornali con ritardo di settimane o anche mesi.
Questa inefficienza produce danni consistenti alle imprese commerciali e alle famiglie a causa di ritardi negli avvisi, nelle comunicazioni e nel pagamento delle bollette.
Le fatture che hanno scadenze ben precise arrivano a casa con molto ritardo, delle volte già scadute.
Possibile che non esista una soluzione definitiva?
Alcuni cittadini si sono anche recati al centro di smistamento di Scafati per chiedere spiegazioni, le risposte ???!!! "Il postino è stato in ferie ", " la posta arriverà", oppure "Il postino si è sposato", o anche "Non sappiamo che dire"
Scandaloso!!!
A tutti coloro che abbiano problemi con la posta ( non consegnata, a singhiozzo, ecc...) consigliamo di fare subito un reclamo ufficiale ( direte non serve a nulla, è vero, almeno però i disserivzi saranno documentati).
Come fare un reclamo?
Ci sono diverse modalità:
1) presentare il modulo di reclamo presso un ufficio postale (clicca qui per scaricare il modulo)
2) spedire il modulo di reclamo a Casella Postale 160 00144 Roma (Rm)
3) chiamare il numero verde 803.160 e fare direttamente il reclamo a voce parlando con un operatore
4) compilare il reclamo direttamente online dal sito delle Poste, a questo link Form online
Attenzione questo post è stato modificato, in quanto il suo Contenuto è leggibile al seguente link, che riporta pari pari quanto proposto dall'autore
http://www.irno.it/cronaca/agro-nocerino-sarnese/15434-angri-cattivi-odori-sulla-statale-18-i-residenti-si-mobilitano