(Riceviamo e Pubblichiamo) Gentile Paolo,
forse le riuscirà difficile capirlo, ma io non ho padroni, sono solo al servizio della verità. Sono pronta ad incontrarla per ascoltare le sue ragioni quando vuole. Così, in quell'occasione potrà spiegarmi come mai i fotografi angresi che non fanno parte dell'AFPA sono sempre stati esclusi dall'assegnazione dei turni delle Prime comunioni. Anche loro hanno famiglie e figli da sfamare. Più che un'associazione, l'AIPA sembra avere i tratti di un cartello.
Potrà anche spiegarmi in base a quale indicatore sono state calcolate le tariffe che avete stabilito insieme e che reputate eque. Potrà mostrarmi le fatture che lei e i suoi colleghi emettete per ogni battesimo, prima comunione, confermazione e matrimonio. Visto che siete così attenti al tema dell'evasione fiscale, sono certa che avete una contabilità puntuale e regolare. E immagino che anche la sua associazione sia regolarmente registrata al Tribunale.
Ma c'è una cosa che vorrei lei mi spiegasse prima di ogni altra, e che in questi giorni non è emersa da nessuna fonte. Lei dice di essere stato cacciato fuori dalla parrocchia santa Maria del Carmine. Come mai non parla della violenza, e non solo verbale, che lei e i suoi colleghi avete usato domenica mattina in quella che definite la casa di tutti? E su questo punto, che dovrebbe solo farvi arrossire, le assicuro che ho sentito molte fonti.
Quando incontrerà il Vescovo Giudice gli racconti dell'ampia gamma di parolacce ed improperi che avete usato, sotto gli occhi di tanti operatori pastorali.
Davvero una bella testimonianza di educazione e professionalità. Vede, nella vita ognuno può avere idee e convinzioni, lottare e difenderle anche quando non sono condivise dagli altri. Ma se per farlo si usa la violenza, la battaglia è persa in partenza.
Dimenticavo: i fotografi che finora hanno accettato di partecipare al progetto di solidarietà che ha l’obiettivo di costruire una casa per studentesse in Burkina Faso sono tre. Anche loro hanno famiglie e figli, ma credono nel valore della solidarietà e sono disposti a mettere un po’ del loro tempo a diposizione per la costruzione del bene comune.
Antonietta Abete