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Il Brigadiere Gioacchino d'Anna: esempio di virtu' e dedizione al dovere In evidenza

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il Brigadiere Gioacchino d'AnnaGIOACCHINO D'ANNA nacque a Casoria il 29 novembre 1936, nel 1975 era in servizio nella città doriana ormai da tre anni, in quel periodo era il comandante interinale della Stazione dei Carabinieri di Angri.

Gioacchino aveva 39 anni ed era sposato con Carmela Mirra, avevano 5 figli e il sesto in arrivo, Annunziata (12 anni), Bianca (10), Maria (9), Giuseppe (6) e Carla (3), avevano sempre sognato una famiglia numerosa.

La mattina dell'8 settembre 1975 intono alle 11:00 quattro uomini armati e mascherati salirono al quarto piano del Palazzo Falcone in via Adriana, bussarono alla porta della chiromante D'Amaro, ad aprire furono le due figlie, i 4 erano lì per una rapina, spietati e senza scrupoli rubarono oro, gioielli e oggetti di valore.

In quella che era fino a quel momento una tranquilla mattinata si sentirono urla e rumori, il brigadiere Gioacchino d’Anna stava rincasando dal lavoro, abitava insieme alla sua Famiglia al primo piano di quel palazzo, sentite le urla iniziò a salire per le scale, era suo dovere intervenire, nel frattempo due dei quattro malviventi iniziarono a scappare giù per le scale, si imbatté nei due uomini che gli puntarono contro le armi. Il brigadiere non esitò a lanciarsi sull'uomo col fucile, dopo una violenta colluttazione riuscì a disarmarlo e a immobilizzarlo ma il complice gli sparò alla schiena, colpito, cadde, benché ferito continuò a lottare affrontando anche il secondo bandito, Gioacchino e il malvivente avvinghiati rotolarono per le scale fino al pianerottolo del I piano dove il bandito sparò ancora, colpendo nuovamente Gioacchino.

I due uomini fuggirono, tentando di scappare sulla Mini Minor con cui erano arrivati ma non ci riuscirono e furono costretti a scappare a piedi, i condomini avevano capito tutto e avevano lanciato di tutto (anche vasi) sull'auto, con un quinto complice, sfondandone il parabrezza, il brigadiere Gioacchino d’Anna morì poco dopo lasciando nella disperazione la moglie e i cinque figli. Gioacchino aveva tutto da perdere ma non esitò un attimo, era suo dovere non poteva girarsi dall'altra parte, non poteva far finta di niente, il suo coraggio spezzato dalla ferocia, dopo alcuni giorni e dopo ricerche estenuanti i banditi furono arrestati.

A testimonianza del suo eroismo, in suo onore la città di Angri gli dedicò la strada con due lapidi marmoree (poste all'estremità della via) con la medesima iscrizione:

VIA

GIOACCHINO D'ANNA

BRIGADIERE DEI CARABINIERI

MEDAGLIA D'ORO AL VALORE CIVILE

CADUTO ERICAMENTE IN ANGRI

L' 8.9.1975

 

Fu insignito della Medaglia d'oro al valor civile e della medaglia d'argento al valor militare con le seguenti motivazioni:

"Richiamato dalle grida provenienti da un appartamento, ove cinque banditi armati e mascherati stavano perpetrando una rapina, si dirigeva, senza indugio, verso l'abitazione. Giunto sulle scale veniva affrontato da uno dei malviventi e, benché minacciato con un fucile a canne mozze, non esitava, con eccezionale ardimento e cosciente sprezzo del pericolo, a slanciarsi sul rapinatore. Dopo una violenta colluttazione riusciva a disarmarlo e a immobilizzarlo, ma, fatto segno a colpi d'arma da fuoco, proditoriamente esplosi da uno dei complici, cadeva mortalmente ferito, immolando la propria vita ai più nobili ideali di grande eroismo. Fulgido esempio di elette virtù civiche e di assoluta dedizione al dovere spinta fino all'estremo sacrificio."

D. P. R. 15 ottobre 1975

Medaglia d'Oro al Valor Civile "alla memoria"

"Comandante interinale di Stazione distaccata, nel corso di servizio isolato, richiamato da grida provenienti da caseggiato dove era stata perpetrata una rapina, irrompeva, senza esitazione, nel fabbricato, imbattendosi in quattro malfattori armati e travisati, contro i quali si lanciava con coraggiosa determinazione e cosciente sprezzo del pericolo. Avvinghiatosi a uno dei malviventi, armato di fucile, nel disperato tentativo di bloccarne la fuga riusciva, dopo violenta colluttazione, a disarmarlo, ma nell'impari lotta veniva ferito mortalmente con due colpi di pistola da altro correo. Esempio di elette virtù militari e di alto senso del dovere."

Medaglia d'Argento al Valor Militare "alla memoria"

 

Un Grande Uomo, un eroe, la sua dedizione al dovere e il suo coraggio, sino all'estremo sacrificio di morire per il prossimo, esempio di virtù nella vita e nel lavoro quotidiano.

Recentemente, il 19 maggio 2015, gli è stata intitolata la Caserma sede del Comando Stazione Carabinieri di Napoli Capodimonte.

 

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