RICORRENZE
La processione del Santo patrono per le strade cittadine è accompagnata dalle preghiere e dalle lacrime commosse della gente in un viatico di fede, adorazione e devozione; tutti dai balconi e sull’uscio delle case attendono il passaggio del Santo Patrono.
La festa è legata alla tradizione culturale campestre, poiché si celebra all’inizio dell’estate al termine del lungo gelo:i contadini ringraziano il Santo per i copiosi raccolti, propiziandosi anche la sua intercessione futura.
I festeggiamenti iniziano il 24 maggio con l’alzata del quadro del Santo Patrono nelle principali strade del paese, continua nell’anniversario della natività con la processione della statua , e si conclude con la benedizione al popolo con le sacre reliquie impartite dall’abate. Quest’ultimo atto è stato introdotto dopo il loro ritrovamento a seguito del furto avvenuto nel 1965.
La festa del martirio, infine, celebrata il 29 agosto, ha testimonianze sin dalla seconda metà dell’ 800; allora era più sentita e ricca di significato religioso.
Ai nostri giorni, viene celebrata in due momenti. La processione e la messa all’ aperto con grandissima partecipazione di popolo.
Fino a prima della fine della seconda guerra mondiale si usava portare in processione anche il busto d’argento di San Giovanni, successivamente, fino agli anni ’60, sarà posto, per l’intera novena, sull’altare maggiore riccamente addobbato.
Caratteristiche sono le luminarie, un tempo alimentate ad olio, poi, successivamente, sino ad oggi, ad energia elettrica con sfavillanti luci multicolore dai fantasiosi effetti di movimento.
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Tra esse, non bisogna dimenticare il grande pannello luminoso che un tempo veniva impiantato vicino al dopolavoro delle MCM,e che, negli ultimi decenni, viene collocato davanti all’ ingresso della Villa Comunale.
A chiudere i festeggiamenti in onore del Santo Patrono c’ è la gara di fuochi pirotecnici con le batterie di valenti maestri fuochisti, in cui si deciderà il miglior artificio.
FOLCLORE
Intorno alla figura del Battista si tramandano numerosi racconti di eventi miracolosi, soprattutto inerenti a prodigiose guarigioni avvenute nei secoli passati durante i periodi di contagio delle malattie e di interventi benefici a seguito di calamità naturali, quali terremoti, alluvioni ed eruzioni vulcaniche del Vesuvio, come quella del 1944.
Una leggenda narra che un tempo, secoli fa, due navi facevano da spola tra le coste tirreniche e quelle africane: quella che aveva sul ponte la statua del Battista, assicurava viaggi più sicuri ed affari migliori. Constatato ciò, i marinai dell’altra imbarcazione la trafugarono e, dopo aver cercato inutilmente di bruciarla, la abbandonarono in aperta campagna mettendola su un carro trainato da buoi, che arrestò poi la sua marcia laddove sarebbe sorta la chiesa.
Fino agli anni 60 era in uso appendere al manto del Santo le banconote a lui offerte dai fedeli poi questo, per motivi etici fu abolito come pure il breve periodo in cui si decise di istituire dei luoghi di sosta lungo il tragitto percorso dalla statua ove i fedeli si potessero riunire ed attendere la venuta del patrono.
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Ai devoti angresi non piacque questa soluzione perché, come anche oggi, molti gradiscono quasi una visita a domicilio del Battista come se egli fosse un caro amico. In questa occasione,non mancano esternazioni di fede e commozione da parte dei fedeli che si traducono in pianti e preghiere di ringraziamento e di speranza per il futuro.