C’è chi fischia alle ragazze per strada, chi fischietta i motivi delle canzoni sotto la doccia, chi fischia l’arbitro della partita di calcio, chi fischia alle macchine in doppia fila, chi fischia ai treni in stazione e chi fischia agli amministratori che salgono sui palchi durante gli eventi.
Rammento con un pizzico di nostalgia, legata anche al passare degli anni, un evento simile, capitato più di 30 anni fa in villa comunale, non ricordo chi fosse il sindaco che salì sul palco quella sera, non ricordo chi fosse l’artista che fece da traino, ricordo solo la salva di fischi che si sollevò dal pubblico presente, io ero in gran forma ed i miei fischi fecero la loro bella figura; a fare brutta figura fui io e tutti gli altri fischiatori, perché una ragazza del pubblico (oggi avvocato in Angri), salì sul palco ed urlo a denti stretti in faccia a tutti: “Che avete da fischiare? Invece di stare qui a polemizzare perché non salite sul palco e proponete delle alternative?”
Io ebbi l’impressione che lei guardasse proprio me, ma credo che ogni altro seduto a terra davanti a quel palco, quella sera nella villa, abbia sentito gli occhi di quella giovane ragazza, come delle stilettate dritto al cuore, perché nessuno di noi quella volta, si alzò e fu capace di dire una benché minima parola.
Il silenzio tornò come d’incanto ed il sindaco terminò il suo intervento.
Ieri sera (lunedì 8 settembre), nessuno si è alzato dal pubblico ed ha avuto il coraggio di dissentire da quella marea di gente che fischiava, ci ha provato solo per un attimo l’artista, minacciando addirittura di scendere dal palco, ma senza successo. Non c’erano i presupposti, o forse persone come quella ragazza (che ogni tanto incontro per strada, ormai donna), non ne esistono più.
Fischiare un amministratore fa parte del gioco, il gioco duro che, chi vuole mettere a disposizione della collettività le proprie competenze, è costretto ad affrontare in ogni evento pubblico.
Io credo che ieri sera non sia stato fischiato il sindaco come istituzione, ne la persona, tanto meno le parole o i riferimenti alle forze dell’ordine; ieri sera è stata fischiata l’interruzione dello spettacolo, “l’intrusione” in un momento magico creato dalla musica, dai fumi dell’alcol (e non solo), dalla massiccia folla che ballava, dalla splendida serata di fine estate.
Chi ieri sera, come me, era presente in piazza, avrà notato i carabinieri che passeggiavano tranquillamente con occhio vigile, la polizia locale che, fingendo noncuranza, garantiva quella sicurezza che in eventi del genere è sempre appesa ad un filo, oppure le decine di operatori della protezione civile, gli uomini della vigilanza interna alla festa: nessuno di loro ha ricevuto delle invettive, nessuno di loro è stato oggetto di occhiatacce o gesti di insofferenza; neanche il sindaco, mentre passeggiava prima dell’intervento oppure dopo, mentre consumava seduto ad un tavolo, è stato additato con fare polemico. Io credo che non sia il caso di alzare polveroni sull’episodio avvenuto ieri sera. Non dimentichiamo che la gran parte dei giovani presenti ieri sera, che bevevano e ballavano, fumavano e cantavano e che hanno fischiato l’intervento del sindaco, non essendo cittadini di Angri non avevano alcuna ragione plausibile per fischiare il sindaco. Almeno io la vedo cosi.
Personalmente non sarei salito sul palco ieri sera, e appena ho sentito montare la protesta, l’ho detto ad alta voce. Ma io non sono un amministratore, non conosco i meccanismi della vita pubblica, non sono un politico che “vive” anche del consenso del proprio elettorato.
Voglio solo ricordare a chi scrive di questi episodi, che cavalcare la polemica a tutti i costi, può provocare disastrose cadute a chi non è avvezzo, e non sempre paga.
Vero è che non si perde occasione per avvelenare l’informazione cittadina, spacciando per notizie le opinioni personali. Peccato non mi si possa vedere fischiare, con le dita poggiate alla lingua, mentre leggo con una vena d’amarezza, fiumi di parole che non sono dettate dai fumi della birra, ma sono figlie della cattiveria e della mala fede insita purtroppo in ognuno di noi.
Carmine Lanzieri Battaglia