Il 5 febbraio l’Italia celebra una giornata dedicata alla prevenzione e al recupero dello spreco alimentare, istituita dal ministero dell’Ambiente.
Con la collaborazione della grande distribuzione, milioni di cittadini verranno coinvolti in una importante campagna informativa anti-spreco.
La questione ha un forte ambientale: per produrre tutto il cibo che sprechiamo, ogni anno in Italia gettiamo via fino a 1.226 milioni di metri cubi di acqua (pari all’acqua consumata ogni anno da 19 milioni di italiani), circa 24,5 milioni di tonnellate di CO2 (equivalente a circa il 20% delle emissioni di gas serra del settore dei trasporti) e il 36% dell’azoto da fertilizzanti, utilizzati inutilmente per produrre alimenti che poi vanno buttati.
È fondamentale che i consumatori prendano coscienza delle proprie responsabilità: in media, spendono 316 euro l’anno in cibo che per disattenzione o negligenza viene buttato senza essere consumato. Responsabilità condivisa col sistema produttivo che troppo spesso perde cibo e risorse lungo la filiera, fino al 50% delle perdite totali, prima ancora che arrivino in tavola.
L'impatto di quello che sprechiamo dipende anche “da cosa” sprechiamo, perché ogni alimento ha una propria impronta ambientale che dipende dalla sua filiera di produzione: lo spreco di un chilo di carne “costa” all’ambiente 10 volte la quantità di gas serra e di azoto richiesti da un chilo di pasta (un chilo di manzo utilizza invano 594 litri di acqua a fronte dei 15 litri per lo stesso quantitativo di pasta).
Quindi, anche se i cereali rappresentano il 35% della massa di cibo tipicamente sprecato e la carne solo il 12%, i loro impatti ambientali sono comunque elevati.