(video da youtube di Vincenzo Stucchio)
Per non dimenticare. 34 anni fa la scossa che distrusse l'entroterra campano. Erano le 19.34 del 23 novembre del 1980 quando la terra tremò per 90 secondi distruggendo buona parte della Campania e della Basilicata. Furono 687 i comuni colpiti dal terremoto di 6.9 gradi della scala Richter, quasi 3.000 le vittime, 8.848 i feriti e 300.000 i senzatetto.
34 anni di ricordi, dolore e polemiche. I numeri aiutano a riportare alla memoria la dimensione della tragedia, ma non la disperazione che sta dietro a quelle cifre e che ha condizionato la vita della popolazione dell'entroterra campano per decenni.
Gli errori nella gestione del terremoto cominciarono da subito, i soccorsi arrivarono tardi, in parte per questioni ambientali, ma soprattutto per colpa dell'inefficienza di chi allora non fu in grado di gestire i soccorsi.
Proprio il terremoto in Irpinia scatenò un dibattito nazionale che portò ad una riorganizzazione basata sulla cooperazione fra Stato e Regioni in caso di emergenza; la nascita di quella che sarebbe diventata la Protezione Civile.
Un lunghissimo periodo di ricostruzione, costellato dagli sprechi, dalla mano della camorra, dai politici disonesti di ogni colore che approfittarono della valanga di miliardi stanziati dal governo. 34 anni dopo, però, nel giorno del ricordo, resta la solidarietà che nacque dopo il dramma. Le parole di Sandro Pertini, Presidente della Repubblica in quesgli anni, furono emblematiche, in un discorso televissivo criticò con durezza i ritardi nei soccorsi, ed espresse tutto il suo turbamento, dichiarando "ho assistito a degli spettacoli che mai dimenticherò, interi paesi rasi al suolo; la disperazione dei sopravvissuti vivrà nel mio animo".