Arte e Cultura (47)
Nella notte che precede il 29 agosto, giorno in cui Angri festeggia il martirio di San Giovanni Battista, patrono della città, le donne compiono il rito della puella, una tradizione centenaria.
Fuori dal balcone si pone un barattolo di vetro pieno di acqua nel quale si versa l'albume di un uovo (in passato al posto del bianco d'uovo si usava del piombo fuso) e su di esso si fa per tre volte il segno di croce. Nel giorno della decollazione del Battista, le donne studiano il masso di piombo (l'uovo) e a seconda della forma che ha assunto si interpretano eventi felici o disgrazie.
La Festa tratto da un racconto di Gaetano Marra
Cento e cento pali azzurri alzati sotto il cielo quieto di giugno per le luminarie nel paese. Sventolanti bandiere e freschi
festoni di mortella, da palo a palo, portavano nella via l'aria della festa con l'acre odore di selva di Casa Lanario.
E mastro Pietro, il sarto che aveva studiato taglio in città, al limitare della sua bottega, in camicia bianca e panciotto di panno scuro ricoperto di fili di cotone, con le mani ingombre dal quarto della giacca in confezione, usciva a misurare con occhio esperto il disegno e la caduta a piombo dell'arcata di lampadine. Ritornato al suo bancone da lavoro, anticipava, poi, con straordinaria abilità delle labbra, i pezzi di bravura del solista di cornetta della banda musicale in arrivo sulla cassa armonica, estemporanea ribalta allestita nella strozzatura di una strada incassata tra le mura della vecchia fabbrica e due caseggiati.
Di sera, nel firmamento blu, sotto mille stelle rutilanti, i voli silenziosi degli scarabei rinoceronti. I ragazzi li catturavano per incastrare un piccolissimo cero acceso sul loro minuscolo corno; poi cantilenavano: «Vaccarella di san Giovanni, scendi in terra e fatti santa...».
Dalle siepi, trepide di sospiri, il violino monocorde dei grilli strimpellava la serenata.
GENESI DEL CULTO
La festa di San Giovanni B. si relaziona alle leggende legate al solstizio d’estate quando il sole raggiunge la sua massima declinazione positiva rispetto all’equatore celeste, il giorno prevarica fino al suo massimo sulla notte.
Simbolicamente ciò rappresenta l’esplosione della vita, nella luce della saggezza, della conoscenza e della intelligenza, dopo il buio inverno in cui i semi sonnecchiano nella terra, in apparente morte, in attesa che grazie alla ragione e al lavoro tutto tornerà a splendere.
Com’ era già in uso di sostituire i templi pagani con le chiese, così la celebrazione religiosa è andata a sovrapporsi ad un culto paleocristiano preesistente.
Un culto fatto di riti propiziatori, divinatori e di purificazione con fuoco ed il bagno nei corsi d’ acqua che è stato adottato come commemorazione del battesimo di Cristo così come la nascita per la festività del solstizio d’ inverno.
La scelta cristiana di consacrare il 24 giugno a san Giovanni fa riferimento alla nascita di Gesù il 25 dicembre, che a sua volta si pone in relazione con l’ annunciazione avvenuta nove mesi prima della natività: come afferma l’ evangelista Luca, Maria andò a trovare Elisabetta al sesto mese di gravidanza.
ORIGINE DELLA FESTA AD ANGRI
Benché l’ intitolazione della chiesa risale al 1302 e l’ inizio dei festeggiamenti nel 1600 per ringraziarlo degli interventi a seguito di varie calamità, l’ elezione a patrono ha una data non ben identificata che si colloca tra il XIV ed il XV secolo.
15 maggio 2012. In occasione della festività di Sant'Isidoro Agricoltore, la parrocchia Regina Pacis ha celebrato l'evento portando in processione la Statua del Santo, una tradizione molto sentita da tutti gli abitanti del quartiere.
Questo breve racconto a fumetti, che trae spunto dal testo di Vittorio Cimmelli, vuole ripercorrere i momenti salienti e documentati del culto e dei riti intorno ai festeggiamenti della “Madonna dei Bagni” (Bagni un tempo era territorio angrese).
Poche pagine che vogliono offrire una visione fantastica, attraverso il ricordo di un personaggio immaginario, la giovane donna, ma verosimile, di un culto che ogni anno si celebra e che non solo interessa le città di Scafati ed Angri, ma che coinvolge, com’ è stato per secoli anche i paesi limitrofi.
Nelle otto pagine, strutturate in flash-back, si ripercorrono i momenti storicamente documentati della scoperta e delle prime vicende sul finire del 1500, poi, successivamente si raccontano i primi pellegrinaggi e le prodigiose guarigioni, nonché, la costruzione del santuario.
Passando attraverso i vari riti connessi al culto quali il “bacile con le rose”, la benedizione del “fosso”, l’ unzione con l’ olio benedetto, i pellegrinaggi dei fedeli, si raccontano anche momenti della festa dai caratteristici carretti, alle bancarelle alla tammorra, il tutto tra passato e presente, simbolo di una tradizione che anno per anno, secolo dopo secolo, si rinnova a testimonianza della fede e delle radici culturali di un popolo.
Testo e fumetto ad opera di Luigi Giordano.